(Settimana 12 dal 20 al 26 Marzo)
La bella stagione sembra essere arrivata: il calendario sancisce il predominio della primavera e io mi trovo assonnata e innevosita come sempre mi accade in questo periodo dell'anno.
Sfatiamo un mito, di per se non ho nulla contro la primavera. A parte la dannata ora legale e la cronica mancanza di sonno (da imputarsi per altro al nostro viziatissimo e indisciplinatissimo gatto), ammetto che i primi soli, le giornate un po' più lunghe e il poter lasciare il piumino nell'armadio possono sembrare piacevoli cambiamenti, almeno all'inizio.
Quello che proprio non mi piace è il fatto che la primavera sia il preludio all'insopportabile estate, con il suo caldo soffocante, l'umidità, la spiaggia e il sole accecante a picco sulla testa dal mattino alla sera.
Purtroppo mi tocca rassegnarmi: non saranno certo le mie lamentele a regalarmi un precoce autunno.
E questa settimana, a parte fare a gara di sbadigli, io e Gio abbiamo passato giorni davvero poco avventurosi. Mentre Gio era tutto concentrato sulla situazione "lavoro", con un'energia che mi lascia sinceramente ammirata, il massimo delle mie forze è stato speso tra uno studio ossessivo (e patologico) del cinese e il tentativo di riprendere il controllo dell'amministrazione domestica, che visto le pile di panni da lavare e stirare che si trovano nella nostra cabina armadio mi è senza dubbio sfuggita di mano.
Immagino questo sia uno di quei momenti di stasi che rende le lunghe attese così snervanti...
lunedì 27 marzo 2017
lunedì 20 marzo 2017
Draghetti in cornice...per Fate le Creative
Oggi è nuovamente il mio turno sul blog di Fate le Creative e questa è la mia cornice in feltro.
Anche questa volta colori decisamente maschili, devo riprendermi con i prossimi lavori.
Potete leggere l'intero post sul BLOG!
lunedì 13 marzo 2017
Lode all'antibiotico (per lo meno questa volta...)!
(Settimana 10: dal 6 al 12 Marzo)
Si, perchè siamo tutti contrari all'eccesso di medicine e lungi da me l'inneggiare all'uso smodato di pillole e pilloline, ma ci sono momenti in cui il medico è costretto a ricordarti che c'è un motivo per cui ha studiato anni per una laurea in medicina e tu no.
Il motivo sembra essere la capacità di diagnosticare un principio di bronchite che tu avevi liquidato come una tossettina poco importante.
Così, da lunedì, dopo due settimane a tossire sostenendo di non avere nulla, dopo indigestioni di propoli e altri rimedi di dubbia validità scientifica sono rimasta bloccata in casa, a passare dal divano al letto e dal letto alla poltrona, rigorosamente sotto tre chili di coperte di pile.
Quando si parla di malattie il mio atteggiamento ricalca alla perfezione la teoria di 5 passi per l'elaborazione di un lutto. Parto dalla Negazione, quando mi ostino a sostenere di stare benissimo, anche se rimango sveglia una settimana a furia di tossire, passo alla Rabbia, come se il raffreddore fosse un affronto personale che mi fa l'Universo, per approdare alla Negoziazione, che normalmente consiste nel fare il medico di me stessa e auto diagnosticarmi qualcosa di minimo e assolutamente non pericoloso. La fase della Depressione arriva subito dopo, quando accetto di dover dare retta a mamma, zia e marito e mi decido a chiamare il medico. Che puntualmente mi insulta, mi ricorda che la pagano per fare diagnosi e infierisce facendomi notare che sono pure di salute cagionevole, quindi dovrei dimostrare più apprezzamento per il suo ruolo.
La fase dell'accettazione coincide con l'emissione del certificato di malattia e l'assenza dal lavoro. Ed è la peggiore.
Perchè io, malata, non ci so proprio stare.
Mi irrito, mi annoio, smanio e mi agito delirando su questa o quell'altra cosa importantissima da fare, girando per casa come una belva in gabbia...fino a quando non mi arrendo e mi tramuto in una lagna pazzesca.
Così, quando in questi giorni tornava a casa dal lavoro, il Povero Gio mi trovava a fare la larva sul divano, lamentosa e febbricitante, con montagne di fazzoletti di carta intorno, il gatto a farmi da custode e una tosse che non esibiscono neppure i fumatori incalliti dopo vent'anni di sigari cubani.
Lo ammetto, io da malata sono peggio del peggiore degli uomini.
Ma sono fortunata, perchè Gio di contro è la crocerossina che chiunque vorrebbe incontrare. Gio è paziente e premuroso, fa la spesa, cucina, mi sprimaccia i cuscini dietro la testa e rimbocca le coperte, dispensa coccole e tisane con il miele e verifica pure che prenda le medicine.
Per fortuna che c'è lui, o probabilmente sarei morta di tisi da almeno 10 anni... :-)
Si, perchè siamo tutti contrari all'eccesso di medicine e lungi da me l'inneggiare all'uso smodato di pillole e pilloline, ma ci sono momenti in cui il medico è costretto a ricordarti che c'è un motivo per cui ha studiato anni per una laurea in medicina e tu no.
Il motivo sembra essere la capacità di diagnosticare un principio di bronchite che tu avevi liquidato come una tossettina poco importante.
Così, da lunedì, dopo due settimane a tossire sostenendo di non avere nulla, dopo indigestioni di propoli e altri rimedi di dubbia validità scientifica sono rimasta bloccata in casa, a passare dal divano al letto e dal letto alla poltrona, rigorosamente sotto tre chili di coperte di pile.
Quando si parla di malattie il mio atteggiamento ricalca alla perfezione la teoria di 5 passi per l'elaborazione di un lutto. Parto dalla Negazione, quando mi ostino a sostenere di stare benissimo, anche se rimango sveglia una settimana a furia di tossire, passo alla Rabbia, come se il raffreddore fosse un affronto personale che mi fa l'Universo, per approdare alla Negoziazione, che normalmente consiste nel fare il medico di me stessa e auto diagnosticarmi qualcosa di minimo e assolutamente non pericoloso. La fase della Depressione arriva subito dopo, quando accetto di dover dare retta a mamma, zia e marito e mi decido a chiamare il medico. Che puntualmente mi insulta, mi ricorda che la pagano per fare diagnosi e infierisce facendomi notare che sono pure di salute cagionevole, quindi dovrei dimostrare più apprezzamento per il suo ruolo.
La fase dell'accettazione coincide con l'emissione del certificato di malattia e l'assenza dal lavoro. Ed è la peggiore.
Perchè io, malata, non ci so proprio stare.
Mi irrito, mi annoio, smanio e mi agito delirando su questa o quell'altra cosa importantissima da fare, girando per casa come una belva in gabbia...fino a quando non mi arrendo e mi tramuto in una lagna pazzesca.
Così, quando in questi giorni tornava a casa dal lavoro, il Povero Gio mi trovava a fare la larva sul divano, lamentosa e febbricitante, con montagne di fazzoletti di carta intorno, il gatto a farmi da custode e una tosse che non esibiscono neppure i fumatori incalliti dopo vent'anni di sigari cubani.
Lo ammetto, io da malata sono peggio del peggiore degli uomini.
Ma sono fortunata, perchè Gio di contro è la crocerossina che chiunque vorrebbe incontrare. Gio è paziente e premuroso, fa la spesa, cucina, mi sprimaccia i cuscini dietro la testa e rimbocca le coperte, dispensa coccole e tisane con il miele e verifica pure che prenda le medicine.
Per fortuna che c'è lui, o probabilmente sarei morta di tisi da almeno 10 anni... :-)
lunedì 6 marzo 2017
Di veterinario in veterinario
(Settimane 8 e 9:dal 20 Febbraio al 5 Marzo)
Abbiamo cominciato con uno starnuto, poi due e una sera l'abbiamo trovato in casa freddo come il ghiaccio. Così sono iniziate le nostre due settimane di ansia per il povero Osvaldo.
Siamo andati dal veterinario che ci ha liquidati con un semplice raffreddore, c'è stato un miglioramento e poi una prima ricaduta, un secondo miglioramento e una ricaduta peggiore della prima. E mentre il veterinario al telefono ci bollava come proprietari troppo apprensivi il nostro gatto ha smesso quasi completamente di mangiare e subito dopo di alzarsi dalla cuccia. Siamo passati all'alimentazione forzata e a doverlo tenere in due per fargli prendere le pastiglie e poi un'anima pia ci ha finalmente consigliato un veterinario come si deve.
Veterinario che ci ha ricevuti d'urgenza, dopo l'orario di chiusura dello studio e che ci ha dato, fin da subito, pochissime speranze.
E invece il micio più pigro, tonto, viziato e imbranato della storia ci ha stupiti e si è dimostrato un combattente di prim'ordine superando esami e contro esami, punture e terapia d'urto senza un solo miagolio di protesta.
E ci tengo a precisare che LUI è stato stoico mentre io non ho fatto che piangere e lamentarmi e lamentarmi e piangere e sospetto che quella povera creatura sia guarita solo per non trovarsi più con il pelo inondato dalle mie lacrime.
Così alla fine ne siamo usciti con una (brutta) diagnosi di felv positiva (e molto tardiva: il mio vecchio veterinario passerà grossi guai), ma senza neanche una delle nefaste conseguenze a cui ci eravamo preparati.
Nella sfortuna siamo stati molto, molto fortunati.
In tutto questo si conferma la Maledizione Milanese. Io e Gio volevamo infatti partire per un paio di giorni a Milano. Abbiamo già rimandato questa gita un paio di volte sempre per qualche drammatico intoppo. Anche questa volta ci siamo intestarditi e abbiamo prenotato e preparato un itinerario dettagliatissimo, tra mercatini dell'antiquariato, musei e ristorantini romantici. Programma completamente saltato perchè ero troppo occupata a essere la borsa dell'acqua calda in carne e d'ossa del mio gattone per pensare a sciocchezze come lo shopping.
Abbiamo però imparato la lezione: Milano non fa per noi. E da ora qualsiasi visita al Duomo più famoso d'Italia è da considerarsi tassativamente vietata!
venerdì 3 marzo 2017
Finalmente, Scrap!
Sul blog di Fate le Creative tocca di nuovo a me e si torna allo scrap più classico con dei porta memorabilia da fare in meno di una mezz'ora.
Per vederli meglio andate QUI
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