(Settimana 41: dal 10 al 16 Ottobre)
Diciamolo subito, questa settimana è cominciata in salita.
Sabato scorso è arrivata la seconda convocazione da parte del tribunale. E già basterebbe questo a far esplodere di ansia un comune mortale.
L'incontro con il giudice era fissato per il mercoledì seguente e io e Gio abbiamo studiato a tavolino il piano perfetto per non farci abbattere da ansie ed eventuali delusioni.
Parole d'ordine: nervi saldi e NESSUNA aspettativa.
Il progetto prevedeva di andare in Tribunale Mercoledì, fare quello che c'era da fare e in ogni caso tenere a mente che Venerdì saremmo partiti per un lungo fine settimana milanese, per festeggiare i nostri sei anni di matrimonio tra una fiera di robivecchi e un mercatino delle pulci.
Ovviamente, il nostro programma ha cominciato a mostrare la corda fin da subito.
Lunedì mi sono alzata con la febbre e martedì ero in malattia.
Mercoledì con il raffreddore del secolo e una frebbriciattola insistente mi sono trascinata in tribunale, dove in barba a tutte le raccomandazioni di Gio, mi sono fatta letteralmente ammaliare dal bambino che ci è stato presentato.
Rimanere debitamente distaccati, non metterci sul cuore, non lasciarsi coinvolgere e non farsi trascinare da fantasie pericolosissime. Ho violato tutte queste regole in meno di due minuti.
Me lo sentivo già in braccio, quel bambino. E di nascosto ho passato la serata a scegliere tutine, golfini mignon e conigli di pelouches.
Venerdì mattina la doccia fredda: non eravamo noi la coppia scelta. E l'umore si è spiaccicato a terra.
A quel punto saremmo dovuti salire sul primo treno per Milano, staccare i cellulari e immergerci nel nostro anniversario dimenticando tutto il resto.
E invece no.
A Genova è scattata l'allerta meteo rossa. La stessa diramata prima del mio viaggio ad Istanbul, prima della nostra partenza per Zurigo, quella delle alluvioni che negli ultimi anni hanno messo più volte in ginocchio la città...insomma, pessimo segno e noi ci siamo lasciati influenzare.
Così abbiamo rimandato la partenza e passato un triste Venerdì di ferie ad autocommiseraci sul divano e Sabato, nauseati a furia di film scadenti e lo strascico di influenza, abbiamo deciso di partire prestissimo per provare a goderci quello che rimaneva del fine settimana.
Peccato che l'allerta meteo avesse paralizzato la rete ferroviaria della Liguria.
Completamente.
Da est a ovest. Da nord a sud.
Siamo rimasti lì, in stazione a guardare un treno venir soppresso dopo l'altro e alle 11, dopo l'ennesima cancellazione, abbiamo gettato la spugna e siamo saliti mesti mesti su un autobus per tornarcene a casa.
Di fronte al mio attacco di pessimismo cosmico condito da depressione senza fine Gio ha deciso di non arrendersi e così invece che tornare di filato a casa prima ha trascinato la nostra valigia su e giù per i vicoli genovesi per farmi fare la turista nella nostra stessa città, poi ha passato mezz'ora in un negozio di perline e altrettanto fuori da un negozio di miscele di the per farmi comprare qualcosa che mi piacesse e ha terminato la sua mattinata portandomi in piazza de Ferrari, alla fiera del cioccolato dove in una giornata normale le pile di cremini e praline ripiene mi avrebbero fatta sbavare come il cane di Pavlov,
E quando neppure pizza e baci di dama sono riusciti a farmi tornare il sorriso si è immolato con un coraggio commovente, proponendo un giro nell'equivalente del tunnel degli orrori di ogni maschio del globo: la Maisons du Monde!
Sai che tuo marito ti ama davvero quando decide di dedicare un tempo superiore ai 12 minuti al minuzioso esame di cestini per la biancheria, quando finge di apprezzare file intere di bicchieri e decorazioni natalizie decisamente troppo costose e fuori tempo e annusa con te ogni singola candela profumata per scegliere quelle più adatte al bagno.
Sai che ti ama follemente quando, nel posteggio della Maisons du Monde si lancia in una ballo forsennato al ritmo latino americano della filodiffusione solo per vederti ridere fino a non poterne più.
E su questo anche le ultime tracce di malumore sono definitivamente evaporate (e la nostra cena di anniversario ha definitivamente suggellato il ritorno del buonumore...).
Non credo stupisca che il mio collage fotografico altro non ritragga che qualche scorcio dei vicoli, che per altro, la mattina del sabato tranquilli e poco frequentati sono davvero splendidi