(...dall'11 al 17 Aprile)
Settimana dalla vita mondana intensa.
Insomma, intensa per due che normalmente trovano che il massimo del divertimento sia starsene a casa buoni e bravi...
Nelle ultime settimane abbiamo avuto la vita sociale di un paio di moffette in letargo e iniziavamo a trovare inquietante il richiamo che divano e copertina della nonna stavano esercitando su di noi.
Quindi abbiamo cercato di tornare tra i vivi, staccarci dalle nostre maratone di serie TV, dalle abbuffate di film, dai libri e dalle chiacchierate oziose fino a tarda sera.
Abbiamo iniziato alla grande: invitando Valentina e Andrea a cena da noi. Un po' per festeggiare, in anticipo, il compleanno di Gio, ma soprattutto perchè non ci vedevamo da più di un mese.
e sentivamo proprio la loro mancanza.
Ora a costo di apparire svenevole, la realtà è che con loro ci sentiamo "a casa"...ed è una gran bella sensazione.
Abbiamo passato la solita piacevole serata, fantasticato su quello che sta per succedere alle nostre famiglie e parlato fino a farci venire mal di testa.
Nella foto di gruppo ero assente, visto che qualcuno dietro la macchina fotografica ci deve pur stare, quindi, a beneficio dei posteri: eccomi..alle prese con un fondino di vino che da quasi astemia NON avrei proprio dovuto bere.
Martedì 12 è stata la volta dei festeggiamenti per il compleanno di Gio.
A differenza mia, lui non ama le grandi adunate, le feste a sorpresa e i fiumi di amici e invitati.
Quindi come ogni anno ci siamo limitati ad un pranzetto intimo a casa di sua madre, con pochi parenti selezionati.
Questa volta però la parte dell'invitata d'onore l'ha fatta Matilde, rubando completamente la scena a Gio.
Lo ammetto, l'ultimo biberon che ho dato risale a 15 anni fa ed era per Beatrice a cui mi lega un feeling indiscusso e mai più sperimentato, quindi ero lievemente emozionata...
Dopo settimane tra influenze e pigrizia e altre con la vita sociale ridotta ad un patetico lumicino, in questi sette giorni siamo riusciti ad invitare amici, a cena, anche sabato sera.
Praticamente un miracolo.
E' toccata agli amici storici di Giovanni, quelli del liceo, che non avevamo ancora invitato per una cena come si deve ed era d'obbligo rimediare.
Devo confessarlo: io adoro invitare gente a casa, credo si sia visto, ma allo stesso tempo vivo l'invito sempre come un piccolo esame da superare. Soprattutto la prima volta in cui qualcuno viene da noi. Non sono capace ad invitare per una pizza e basta. Ho sempre paura che le persone non mangino abbastanza, non si sentano coccolate, non stiano abbastanza bene, quindi l'invito, tende a diventare anche un lieve forma di stress...mia e del malcapitato che mi sta intorno.
Una salsa con poco sale o un soffritto che rischa di bruciare può scatenare nevrosi raramente viste.
Come sempre, invece, superate le paranoie, è andato tutto liscio. (a parte una mousse al cioccolato troppo densa...e non mi era mai successo, accidentaccio!) .
L'ennesima serata piacevolissima, senza particolari pretese,, che ultimamente ci capita davvero di frequente.
Vuoi vedere che con l'età che avanza anche io sto imparando a rilassarmi?
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