Settimana in Sardegna finita. In realtà sono tornata già sabato
scorso, ma tra lavatrici e lavoro trovo solo oggi il tempo di mettere un po'
d'ordine tra le fotografie.
Ormai questa settimana al mare è diventata una specie di rito
fisso della nostra vita, iniziato tra l’altro, molto prima che io e Gio ci
conoscessimo.
Lui parte ad inizio luglio insieme ad una coppia di amici con
bambino al seguito.
I protagonisti delle nostre avventure sarde sono quindi sempre gli
stessi: c’è Anita, la “SuperMega” la più energica delle donne, che con cipiglio
manageriale tiene a freno i due uomini (e mezzo se si conta il bambino) per
tutto il tempo, ci dirige a bacchetta ed evita che la vacanza si tramuti in un
raduno hippies in stile Woodstock
C’è suo marito, il “Povero Mauri”, grande amico di Gio, che passa
le ferie a farsi bistrattare un po' da tutti (non da me, sia chiaro, io
parteggio spudoratamete per lui) e poi c’è “Piccolo Coso”, il figlio della
coppia, bambino praticamente perfetto che scoccia meno degli adulti.
Piccolo Coso passa la vacanza a leggere, mangiare e fare parole
crociate…praticamente è la mia balia ufficiale visto che è l’unico
disinteressato alla tintarella quasi quanto me
Normalmente io sbarco in Sardegna a vacanza già cominciata, perchè
si sa, io e il mare proprio non ci amiamo, e dopo che Gio e amici si sono
ampiamente dedicati a bagni di sole e passeggiate lungo la spiaggia
In realtà la mia settimana di mare ad Alghero, comincia a
piacermi, ma evito di pubblicizzare troppo questo cambio di opinione, un po'
per fedeltà al mio ruolo di vampiro impenitente e un po' perchè borbottare a
lungo prima della partenza mi assicura una settimana di vizi reiterati da parte
di mio marito a cui non ho nessuna intenzione di rinunciare.
E quindi, tra un borbottio finto ed uno vero, e dopo la solita
lotta su cosa infilare in valigia Sabato scorso, all’alba mi sono presentata in
aeroporto, munita di carta d’imbarco, bagaglio a mano ridottissimo e un sonno
spettacolare.
Arrivata a destinazione il caldo mi ha stesa già mentre scendevo
dalla scaletta dell’aereo...ma non è stata l'unica sorpresa.
Piccolo Coso, che all'ultimo incontro era alto mezzo metro e
parlava con la voce dell'ape Maya mi si è parato di fronte e dall'alto del suo
metro e sessanta era ad un passo dal guardarmi negli occhi, per di più ha detto
“Ciao” con una voce baritonale totalmente nuova e ha sorriso da sotto un
inequivocabile paio di baffetti...aggiungeteci che indossava un panama e un
paio di occhiali da sole da adolescente furbetto e avrete un'idea del mio
sconcerto.
Il bambino è cresciuto senza che mene accorgessi.
Ed è per questo che nella mia vacanza si è insinuata una lieve
inquietudine: che ne sarà di me quando il Non –Più-Bambino sarà troppo grande
per fare le vacanze con papà e mamma? Chi mi terrà compagnia?
Quest’anno, tra l’altro insieme a me sono arrivate in Sardegna
anche mia madre, mia zia e mia suocera, a dimostrazione che non scherziamo
quando dichiariamo ai quattro venti di non essere una famiglia, ma un vero e
proprio clan…
Detto questo, a discapito di tutti i presenti e delle dosi
furibonde di mare che mi sono state propinate (senza neppure una straccetto di
nuvola in cielo a darmi sollievo) devo ammettere che lì ci si riposa e rilassa
fino a livelli considerati inverosimili.
E dopo un anno di lavoro ne avevamo tutti bisogno…